Nato a Milano il 20 maggio 1955. Attore |
Nasce nel quartiere popolare del Gianbellino
(periferia sud-ovest) da Matteo, calzolaio di origine pugliese (Vieste)
e Rosa, milanese, addetta al guardaroba al Derby (prima
circolo jazz, poi teatrino di cabaret) di proprietà dei suoi zii. E la
sua storia è proprio legata a questo locale. Fin da piccolo ha
l'opportunità di frequentarlo e ben presto, a causa anche di una non
perfetta affinità con la scuola, lo zio gli trova un lavoro come addetto
alle luci e direttore di scena: così, da assiduo spettatore Diego
diviene un membro del club a tutti gli effetti ed entra subito in contatto
con cabarettisti come Boldi, Teocoli, Funari e Jannacci.
Ben presto, però, litiga con lo zio e molla il locale (tre anni dopo, nel
1975, ci torna a lavorare come direttore artistico e per via della
mancanza di personale si trova a presentare le serate e a partecipare sul
palco con il suo ruolo di terruncello), continuando il suo lavoro
con i Gatti di Vicolo Miracoli con cui approda al cinema (Arrivano
i gatti, 1980).
Il successo non tarda ad arrivare: dopo La tappezzeria, spettacolo
con Boldi, Mauro Di Francesco, Faletti e Porcaro,
ripreso in tv nel programma Saltimbanchi si muore, Arbore lo
inserisce nel cast de Il Pap'occhio. Trasferitosi a Roma,
organizza lo spettacolo Cane di Puglia e viene notato da diversi
produttori e registi trash italiani (tra cui Carlo Vanzina).
Con Fico d'India (1980) e soprattutto I fichissimi (1981),
suo primo film da protagonista, s'impone come personaggio di larga presa
popolare: quel trapiantato pugliese, torvo e dirompente, dalla parlata
imbastardita, duro ma in fondo pulito diventa un fenomeno di costume.
Questa maschera, però, dura poco. Si dedica al teatro: apprezzata
soprattutto l'interpretazione nel Don Giovanni di Moliére
(regia di Franco Morini, 1984). Torna al cinema, in veste
completamente diversa, nell'86, diretto da Pupi Avati in Regalo
di Natale disegnando con efficace drammaticità il personaggio
dell'esercente cinematografico credulone che già pieno di debiti perde al
gioco ogni avere, beffato dagli amici di un tempo. È una sorta di felice
secondo esordio che consente all'attore di misurarsi d'ora in avanti con
soggetti più impegnativi e autori più esigenti. Fonda con Salvatores
la Colorado records e proprio con quest'ultimo esprime il meglio di
sé stesso: in Marrakech express, Turné, Mediterraneo
(nel 1992 vince l'Oscar come miglior film straniero), Puerto
Escondido, Nirvana,
Camera da letto, Il testimone dello sposo e Il metronotte
le sue ultime interpretazioni. Attivo anche in televisione: oltre che in
qualità di conduttore (Italia Mia), figura nel cast dello
sceneggiato Il segreto del Sahara di Alberto Negrin (1987) e
nei panni del commissario Corso nella serie Notte di luna di
Alberto Sironi. |
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